Trento, 8 maggio 2002
«RIFIUTI: SCONTIAMO GRAVI RITARDI»
Aldo Pompermaier, lancia alcune proposte e difende il lavoro dell’assessore Berasi
Intervista ad Aldo Pompermaier, consigliere comunale dei Verdi, de l’Adige dell'8 maggio 2002
Aldo Pompermaier è consigliere comunale dei Verdi a Trento. Per anni è stato anche presidente della Circoscrizione Centro Storico-Piedicastello. Quindi, l’argomento «inceneritore» lo conosce molto bene non è vero?
Certo. Nel 1980 i Verdi scesero in campo per dire no al ventilato inceneritore di S. Nicolò. Fu una dura battaglia. La vincemmo.
Ma oggi i Verdi dono in difficoltà. L’Accusa che vi viene mossa è di non aver preso le distanze dall’inceneritore di Ischia Podetti. Cosa risponde?
Siamo un forza di governo e come tale non possiamo nasconderci i problemi. I rifiuti rappresentano una grave emergenza che va affrontata. Con serietà e prudenza.
Ma l’inceneritore è proprio indispensabile?
Attenzione, nessuno dice che tutto è già stato deciso. C’è un’opinione, è vero. Ma questa va discussa e lo si deve fare in maniera concreta. Allora io dico che la cosa sulla quale nessuno potrà barare è la sicurezza per i cittadini.
Non si faranno sconti. Mi pare che questa sia anche la posizione del sindaco Pacher.
L’assessore Berasi è nel mirino degli ambientalisti. Le accuse sono giuste?
No e non lo dico perché è un’esponente dei Verdi.
Quindi, condivide la sua politica?
Certo. Grazie alla sua azione il Trentino ha preso coscienza del problema rifiuti. La verità è che siamo in grave ritardo e la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Nemmeno la Berasi. E’ grazie al suo lavoro se nel piano dei rifiuti si è arrivati a fissare il 40% di raccolta differenziata. E’ stata lei inoltre a imporre alla giunta provinciale di ridurre le dimensioni dell’eventuale inceneritore. I Verdi, insomma, non sono rimasti al palo.
D’accordo, ma dai Verdi, forse, la gente si aspettava altro non crede?
Ripeto, scontiamo ritardi pazzeschi. Siamo rimasti indietro e adesso ci troviamo con le discariche esaurite. E quindi in piena emergenza. Anche se la situazione complessiva ci consente ancora di ragionare e di usare la necessaria prudenza.
Vuol dire che l’inceneritore, insomma, potrebbe essere solo una possibile soluzione?
Io dico una cosa: lo sforzo massimo da fare è sulla raccolta differenziata. Bisogna spingere e investire.Ho la netta sensazione che se c’è la necessaria convinzione la quota di differenziata può raggiungere livelli oggi impensabili, attorno al 60-70%.
Non le sembra un’utopia?
E perché? Certo, si devono calibrare gli interventi. Il cittadino deve essere stimolato a fare la differenziata. Quindi, deve essere messo nelle condizioni migliori. Si devono pensare anche forme di agevolazione tariffaria. Serve un’adeguata e capillare informazione.
Una differenziata spinta, quindi, eviterebbe l’inceneritore?
Se fatta con determinazione sì. A quel punto basterebbe un piccolo bioessiccatore per smaltire ciò che non viene diviso.
Ma non si arriva tardi ad impostare questo tipo di ragionamento?
No, basta fare un anno di sperimentazione. La Provincia deve però crederci e deve imporsi sui Comuni. Deve legare, ad esempio, l’erogazione di eventuali contributi alla situazione dei rifiuti. E’ la questione centrale. Coinvolge tutti noi, il nostro modo di vivere.
E se invece…
Se invece tutto dovesse fallire, avanti con un’altra ipotesi.
Dunque, l’inceneritore?
In questo caso la tecnologia, le sperimentazioni e il buon senso dovranno farci decidere per il meglio. In nome di una sola cosa: la massima sicurezza.
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